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Riflessioni di Fausto Maria Martini sull’esumazione dei resti del poeta Sergio Corazzini

Due anni fa, una mattina di marzo, alla presenza del fratello del poeta e di chi scrive questa nota, furono riesumati dalla fossa comune, dove erano stati sepolti tredici anni prima, i resti mortali di Sergio Corazzini.

I morti senza nome dormono in un angolo assai lontano del nostro cimitero: sul limite estremo, dove Campo Verano non è quasi più cimitero e comincia a confondersi con la tragica eguale distesa della campagna romana. Sembrano sepolti sulla soglia dell’infinito; e io ricordo che pensai e credetti a un viaggio senza possibile meta, per strade irreali, mentre col fratello di Sergio seguivo lo scavatore che sopra una spalla recava i suoi arnesi e sotto il braccio una piccola cassa di zinco… Tristissimo viaggio, consolato appena della frescura di qualche goccia di pioggia che a quando a quando un vento già tiepido di primavera ci gettava sul viso strappandola a un cielo di marzo, gonfio, oscuro, intriso, come una immane vela sfuggita a una tempesta!

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Lo RollIt: un trip inaspettato

❗Aggiornamento del 19.12.2020❗

Il film è pronto: è uscito il 19.12.2020 in streaming e download su loroll.it.


ALL’ATTENZIONE CORTESE DEI NOSTRI CARI AC AFFEZIONATISSIMI LETTORI

Se da qualche tempo avete colto nell’aria il sentore di novità d’ampio riguardo, non vi sarete sbagliati. Come da alcuni giorni vi abbiamo anticipato, in queste settimane si sono mosse molte cose e ora possiamo dirlo: lo Svarione degli Anelli continuerà.

Affiancati dal Team originale di Clistere.org i lavori per Lo Hobbit sono iniziati, e questa notte, al chiaro di luna velato dalla coltre nebbiosa milanese, abbiamo l’onore di annunciarvi la prima visione esclusiva del trailer de Lo RollIt – questo il nome del ridoppiaggio in progetto.

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Un’analisi del caso Uber

Ovvero come liberalizzare il mercato dei taxi deprezzando i costi delle licenze tramite un’azione di concerto fra enti di diritto pubblico e libero mercato

MILANO – Il 26 Maggio 2015 il Tribunale del capoluogo lombardo sospendeva a tempo indeterminato, al termine di un’aspra polemica durata ben dodici mesi – arrivata persino a scuotere le fondamenta stesse del neoliberismo – il servizio UberPop.

UberPop è molto semplice: in presenza di una moderata richiesta (ovverosia in città che godano di un certo respiro nel panorama internazionale) ogni possessore di un’automobile, dotato di alcuni semplici requisiti di sicurezza e serietà personale, mettendosi a disposizione tramite un portale dedicato, trasporta da un luogo all’altro il cliente che ne faccia richiesta. Senza licenza. Costando la metà di un taxi.

Ovviamente Uber non ha inventato nulla, e ovviamente nel territorio della Repubblica la vita di UberPop è stata molto breve: il quadro normativo vigente, come non di rado accade, parla chiaro nel definire manifestamente fondata l’accusa di concorrenza sleale strenuamente propugnata tanto dai portavoce quanto da ogni singolo esponente della corporazione dei tassisti.

La questione avrebbe potuto presto definirsi chiusa, e non ci troveremmo senz’altro – a più di un anno di distanza – a spendere parole in merito se non per il fatto che, con il suo semplice servizio illecito, Uber ha risposto nel migliore dei modi ad un’esigenza solida e attuale. Esigenza che, pur tuttavia, appare in qualche modo tralasciata dalla cittadinanza a causa della cristallizzazione di un assetto ormai percepito come trascendente e immutabile status quo: mi riferisco alla già citata (e quanto mai rigidissima) corporazione dei tassisti, e al fatto che, nell’immaginario comune, il taxi sia un lusso.

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Le perle del Trecento

In questo mondo una cosa si perde ed una si trova. A mio malincuore è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari, due mesi or sono a questa parte, il mio carissimo amico Giovanni Van Brathschen, affermato bibliofilo tedesco, naturalizzato sammarinese e attivo presso la biblioteca cateriniana (seminario S. Caterina, in Pisa), il quale, prima della sua dipartita, ha voluto farmi lascito di un preziosissimo volumetto ignoto ai più. Come potrà essere sorto in voi il dubbio, mi riferisco, miei direttissimi lettori e, voglio ben sperare con tutta la parte di cuore concessami, miei discepoli nell’opere letterarie che io, come sono solito, recensisco, al Cronica conventus antiqua Sancte Katerine de Pisis, scritto strepitoso del Peccioli. Rileggendo con cura più e più volte tale volumetto, dal recalcitrante gusto proteso ad una narrazione visionaria, mistica, ma al contempo, agevole e altisonante, mi sono sempre più avvicinato alla vita e alle altre opere del Cavalca; quasi lui, con quello spirito di religioso guerriero, s’insinuasse un rivisitato Mosè allegorico che spalanca le onde e i flutti marittimi al popolo eletto e pregiudicato d’Israele, affinché potesse giungere in una terra più ricca e fertile.

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Il Giambolognamelo da Mérignac: NATO PER SCOPARE

PREFAZIONE
Ovvero discorso dell’editore. La raccolta è integralmente scaricabile a piè di pagina.

Il destino del Giambolognamelo da Mérignac è stato sempre condizionato da un pregiudizio: la reiterata turpitudine di non pochi dei suoi canti non ha mai cessato di costituire un ostacolo quasi insormontabile ad un giudizio sereno su di essi. Ma se Voi ora siete qui, e non starete leggendo altro, allora ci è lecito pensare che non siate condizionati da lascivi convenzionalismi, e possiate apprezzare quanto si dirà poco avanti; altrimenti, qualora così non fosse, siete certamente sulla buona strada.

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